L’abito non fa il monaco
Anniversario di matrimonio: 14 anni insieme. Per celebrare ieri sera cena da "Centonove", uno fra i migliori ristoranti di Melbourne.
Intimo, accogliente, Italiano.
Alta cucina e alti prezzi di conseguenza. Una volta all'anno si può fare.
Dopo esserci accomodati il mio sguardo va alla porta d'ingresso, in fondo alla sala. Due preti stavano appena varcando la soglia ed il capo cameriere premurosamente stava facendo loro strada. Abito nero, colletto bianco. Uno forse Italiano, magari in visita per chissà quale motivo; inviato dalla Curia Italiana?
Lo ammetto, la loro presenza stonava proprio.
Per contrasto la mia mente torna indietro nel tempo a ricordare Don Antonio, il parroco che ci sposò in Italia appunto 14 anni orsono.
Prete operaio, laureato in legge, schierato perennemente in difesa dei più deboli di quelli cui nessuno frega niente, alla loro altezza, al loro fianco.
Spesso contro le autorità ecclesiastiche, rigide, intransigenti, ottuse, maschere vuote e inutili. Conosciuto durante il consueto giro delle benedizioni pasquali, rifiutò di accettare la busta con il denaro da noi preparato rispondendo: "datela al primo povero che incontrate". Tragicamente morto qualche anno più tardi mentre attraversava la strada, investito da un motociclista in folle corsa verso il nulla.
Eccoli di nuovo qui i due preti, guance rosse di vino d'annata, paffuti e sorridenti, venuti a sperperare denaro rubato alle offerte domenicali...